Idee, progetti, comfort zone

La noia, la routine, la comfort zone portano inevitabilmente un fotografo ad un momento di blocco, di stasi, di mancanza di idee creative. Eppure non è difficile scrollarsi di dosso questo velo grigio, e con un po’ di buona volontà possiamo imboccare un sentiero che farà sbocciare nuovamente la creatività.

L’autunno offre una varietà di occasioni imperdibili per rimettersi in carreggiata: giornate assolate con temperature miti che ci permettono di uscire a scattare in natura ma anche giornate piovose che invitano a rimanere chiusi in casa ad editare le nostre foto davanti a una tazza di tè o caffè.

L’occasione più ghiotta viene sicuramente fornita dal foliage nei boschi, soggetto sempre affascinante per chiunque ami la natura e la fotografia. Ci sono tuttavia fotografi che non amano troppo gli scatti all’aria aperta, soprattutto tra i professionisti (la natura non paga le bollette), ma a volte un piccolo viaggio al di fuori della comfort zone può incredibilmente spingere anche i fotografi da studio fuori dalla porta.

C’è però un substrato di fotografi come il sottoscritto che di solito non cede alle lusinghe dell’autunno, evitando di andar per boschi a fotografare il viraggio delle chiome degli alberi. La motivazione è semplice: mancanza di ispirazione, noia, “già visto”, “lo fanno tutti”… Le scuse per rimanere rintanati in studio sono molteplici e il più delle volte anche plausibili.

Tuttavia a volte bisogna imporsi di scattare, vuoi per sperimentare tecniche nuove, vuoi per non darla vinta alla pigrizia. Per scrollarsi di dosso lo stato di ottundimento non resta che cercare un’idea e il miglior modo di affrontare la situazione è cercare di inventarsi un progetto.

Nel caso specifico ho cominciato come gran parte delle volte sfogliando pagine e pagine di fotografie autunnali sui motori di ricerca e in assoluto mi ha colpito la mancanza di scatti in bianco e nero. Ho subito colto l’occasione per imbracciare la macchina fotografica, qualche ottica, un paio di filtri e armato di buonissima volontà ho tenuto tutto nello zainetto a tracolla finché si sono presentati i soggetti dei miei scatti.

Lo studio di una foto in bianco e nero e la sua progettazione sono tutt’altro che semplici. Non basta togliere saturazione all’immagine, né tantomeno “la trasformo in bianco e nero perché è venuta male”. Ci vuole pazienza, allenamento, e una buona dose di esperimenti prima di poter riconoscere a vista quello che in fase di scatto e ancor più in post produzione potranno diventare fotografie di cui andare fieri. Con le moderne mirrorless è possibile pre-visualizzare il risultato nel mirino e applicare preventivamente via software filtri colorati per contrastare al meglio determinate tinte. Tuttavia tutto questo non basta. La fase di post produzione richiederà ancora parecchio lavoro sull’immagine per ottenere il risultato voluto.

Lo sviluppo della foto in camera chiara avrà in ogni caso bisogno di ulteriori ritocchi per la preparazione dell’immagine alla stampa. Diffidate di filtri automatici, tastini magici e maghi di Photoshop, per un buon sviluppo e preparazione di foto in bianco e nero possono bastare Lightroom o i software di sviluppo della propria macchina fotografica.

Gran parte del lavoro lo farà la luce, e nel caso dell’autunno, le colorazioni differenti delle foglie, e della foresta vi offriranno mille possibilità di conversione verso il bianco e nero delle vostre foto. Il resto lo faranno il soggetto e la vostra tecnica fotografica.

Il bosco autunnale in bianco e nero è solo un’idea, un progetto che mi ha spinto nuovamente a scattare dopo l’avventura Praghese. L’invito a tutti è di provare: non bisogna cedere all’accidia. Cercate un’idea, semplice, anche banale. Sviluppatela usufruendo degli strumenti messi a disposizione dall’era digitale, spingetela verso una meta differente, un nuovo punto di vista, armatevi di pazienza e scattate. Fatelo anche per puro esercizio, anche solo per tenere in allenamento voi e la vostra macchina fotografica.

Aggiungo in coda gli ultimi scatti che completano la serie Valbrunese di un autunno senza colori, nella speranza che possano ispirare qualcuno di voi ad uscire dalla comfort zone e spingersi verso scatti dove l’errore non dev’essere visto come un evento negativo, ma come un nuovo punto di partenza verso nuovi traguardi.

Se siete arrivati a leggere fino a qui, vi invito a cliccare sulle anteprime e guardare le immagini in allegato ad alta risoluzione, perché tutte le foto si meritano almeno uno sguardo ad alta definizione se non possono esser viste stampate.